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1 Il Monte Pisano
1.1 Introduzione
Emanuele Repetti, nel suo “Dizionario geografico, fisico, storico della Toscana” del 1833, afferma a riguardo: “… coperto nei suoi fianchi e nelle insenature dei suoi valloncelli da alberi di alto fusto, da selve di castagni, da vigneti e da oliveti, popolato a mezza costa e presso la sua base da più di quaranta parrocchie, da numerosi villaggi e borgate, in un’atmosfera tiepida e balzana può senza dubbio dichiararsi il Monte Pisano come una delle più deliziose e popolate montuosità dell’Italia …”
Il Monte Pisano (noto anche al plurale come “Monti Pisani”, contando molte cime distinte), è un sistema montuoso di modeste dimensioni, situato nella zona nord-occidentale della Toscana tra Pisa e Lucca, tra le Valli del Fiume Serchio e del Fiume Arno. La cima più alta è il Monte Serra (917 m), seguito dal Monte Cascetto (894 m), dallo Spuntone di Santallago (873 m) e dal Monte Faeta (830 m).
Il territorio del Monte Pisano (con un’estensione è di circa 15000 ettari), amministrativamente è suddiviso tra i Comuni di Buti, Calci, San Giuliano Terme, Vicopisano (Provincia di Pisa), Lucca e Capannori (Provincia di Lucca).
Abitato sin dall’epoca preistorica e quindi fortemente antropizzato, presenta innumerevoli opere architettoniche come borghi medioevali, ville e fattorie, santuari e chiese romaniche, abbazie e monasteri, eremi e fortificazioni, acquedotti e terme, fonti e metati, frantoi e mulini. Tra questi si contano numerosi luoghi suggestivi e di pregio come ad esempio il Borgo di Vicopisano, la Rocca della Verruca, la Certosa di Pisa (nota anche come Certosa di Calci), la Chiesa di Santa Maria di Mirteto, l’Eremo di Rupe Cava, la Villa di Corliano, le Terme di San Giuliano, l’Acquedotto Mediceo di Asciano.
La presenza di una variegata quantità di ricchezze naturalistiche, a volte di notevole interesse, ha comportato l’istituzione di molte Aree Protette per la loro salvaguardia. Una fitta rete di sterrate, carrarecce, mulattiere e sentieri, spesso molto antichi, offre un’ampia varietà di escursioni non solo a piedi ma anche a cavallo od in mountain-bike.
1.2 Le caratteristiche geologiche
Il Monte Pisano è una delle formazioni geologiche più antiche della Toscana, attraversato da un tratto della Dorsale Medio Toscana. Alcuni studiosi hanno messo in evidenza come esso fosse isolato dalle zone circostanti e da un punto di vista naturalistico può essere considerato come una vera e propria “isola fossile”.
Dal punto di vista geologico sono presenti:
- affioramenti del Paleozoico come le Quarziti e le Filladi di Buti o gli Scisti di San Lorenzo;
- affioramenti del Mesozoico e Cenozoico, distinti in metamorfici (come Verrucano, Grezzoni, Calcari coroidi, Calcari selciferi, Marne a Posidonomya, Diaspri), ed in non metamorfici (Calcari grigio-scuri, Calcari massicci, Calcari rossi con Ammoniti, Calcari selciferi, Maiolica, Scaglia e Macigno);
- formazioni del Quaternario, costituite da depositi alluvionali distinti in Coni di deiezione terrazzati, Coni di deiezione recenti, Sassaie e Detriti di falda ed infine carsismo. Le formazioni carbonatiche caratterizzano infatti gran parte del comprensorio e su di esse si sono sviluppati fenomeni carsici di rilevanza paleontologica e scientifica, connessi all’azione delle acque meteoriche. {mospagebreak}
2 Il Polo Ambientale “Monte Pisano”.
2.1 Introduzione
Il Polo Ambientale “Monte Pisano” è stato recentemente istituito su iniziativa della Provincia di Pisa, al fine di riunire le varie Aree Protette presenti sul versante pisano del Monte tra cui le ANPIL (Area Naturale Protetta di Interesse Locale) “Monte Castellare”, “Valle delle Fonti”, “Valle del Lato”, la Riserva Naturale Provinciale “Monte Serra di Sotto” ed il SIC (Sito d’Importanza Comunitaria) “Monte Pisano”.
Il Polo Ambientale interessa una porzione del Monte Pisano per una superficie complessiva di circa 3.662 Ha. In particolare riguarda il Comune di San Giuliano Terme per 1.115 Ha, il Comune di Calci per 952 Ha ed il Comune di Buti per 1.595 Ha.
La forma è assimilabile ad un rettangolo con lati assai irregolari, misuranti in linea d’aria circa 14,5 Km nel lato maggiore (che si estende da Est ad Ovest lungo la linea di confine tra le Province di Pisa e Lucca) e circa 4,5 Km nel lato minore.
Da un punto di vista idrografico il Polo Ambientale migliora la salvaguardia dei numerosi bacini imbriferi tributari della pianura circostante.
2.2 Le caratteristiche faunistiche
La particolarità e la diversificazione degli habitat specifici del Polo Ambientale, caratterizzati da una discreta escursione altitudinale e dall’esposizione dei versanti a tutti i punti cardinali, comporta la presenza continua o stagionale di specie di animali legate ad ambienti umidi (tritone, salamandra, rana), fino ad occasionali presenze di ornitofauna di ambiente appennico o addirittura alpino (merlo acquaiolo, ciuffolotto, crociere, sordone).
L’avifauna presente denota un elevato numero di specie, rilevate lungo tutto l’arco dell’anno solare: risultano presenti 16 ordini con più di 80 specie di uccelli. Tra i rapaci diurni si ricordano la poiana, il gheppio, e tra i numerosi rapaci notturni il barbagianni, l’allocco, la civetta e l’assiolo. Altri uccelli di interesse locale sono il succiacapre, il picchio verde, il picchio rosso maggiore e la capinera. L’area rappresenta anche un’importante stazione di sosta e/o nidificazione per uccelli migratori come il passero solitario, l’ortolano, l’upupa, la beccaccia e la tottavilla.
I Mammiferi, al di là della presenza di specie “ubiquiste” (che frequentano gli ambienti più svariati), risultano caratterizzati di volta in volta da specie adattate alle particolari nicchie ecologiche presenti in questi ambienti, che l’azione continua dell’Uomo ha modificato e variegato a partire già dall’inizio dell’Era Quaternaria. Gli ordini rappresentati sono: Chirotteri (pipistrelli), Insettivori (toporagni), Roditori (topi, ratti, arvicole, ghiri, istrice), Lagomorfi (lepre), Carnivori suddivisi in Mustelidi (donnola, faina, tasso) e Canidi (volpe), Ungulati (cinghiale). L’erpetofauna (anfibi, rettili) è anch'essa ben differenziata: luscengola, orbettino, biacco e natrice sono rettili piuttosto frequenti. Anche il colubro di Riccioli, specie rara in altri ambiti, è qui comune.
Assai più interessante, anche se poco indagata, risulta la fauna degli invertebrati come nel caso di alcuni Imenotteri che fanno intravedere come qui l’entomofauna abbia avuto una storia diversa da quella del territorio circostante. Per esempio due Chrysidi, di origine iberica, il cui areale ad oriente si ferma alla Provenza, sono presenti in Italia in una sola colonia isolata sul Monte Pisano. In considerazione del fatto che nell’area sopra Agnano è presente una flora ben diversificata con emergenze floristiche più o meno rare, che testimoniano anche situazioni ambientali di carattere residuale, è ipotizzabile un indice di diversità entomofaunistica notevole. Per quanto riguarda la fauna coloetterologica sono stimabili otre 50 specie di Scarabeidi e un centinaio di specie di Carabidi.
2.3 Le caratteristiche vegetali
Anche la Flora è resa assai interessante dalla discreta escursione altitudinale, associata alla diversa esposizione dei versanti e alle variazioni morfologiche territorialmente circoscritte.
La zona settentrionale è a prevalente dominanza di boschi di latifoglie (castagneti, cerrete) e secondariamente con leccete e rimboschimenti di conifere. La zona meridionale è in gran parte occupata da stadi di degradazione arbustiva a macchia mediterranea o ad arbusteti di ginestrone. La zona orientale del Polo Ambientale (Comune di San Giuliano Terme) è caratterizzata da una gariga ad euforbia spinosa con una notevole biodiversità.
Nella zona più centrale assume rilevanza la piccola stazione di felce florida (Osmunda regalis), relitto di flora diffusa nel Terziario e la presenza di periploca greca, unica stazione collinare ad oggi nota. Lo stesso areale si caratterizza altresì per la valenza sotto il profilo micologico. Anche la biodiversità lichenica è molto elevata.
3 L’ANPIL “Monte Castellare”
Istituita nel 1997, l’ANPIL (Area Naturale Protetta di Interesse Locale) “Monte Castellare” si estende per 237 ettari e presenta una natura prevalentemente calcarea. È situata nella fascia collinare intorno all’abitato di San Giuliano Terme, sulle pendici meridionali del Monte Pisano e si caratterizza per l’ambiente della gariga. La gariga, associazione vegetale tipica dei terreni calcarei e rocciosi delle regioni mediterranee, è costituita da arbusti molto bassi, sempreverdi, in associazione a numerose specie erbacee. La formazione di tale ambiente è stata condizionata dai ripetuti incendi, dal pascolo eccessivo e dalle particolari condizioni climatiche caratterizzate, durante il periodo estivo, da una accentuata aridità. È interessante rilevare che, nonostante l’aspetto apparentemente desolato, l’area nasconde al suo interno numerose specie di flora unitamente alle ricchezze carsiche ed idrotermali del territorio. Infatti la natura calcarea del suolo ha determinato un’importante circolazione idrica sotterranea che ha originato sorgenti termali sfruttate già nell’antichità.
Nell’ANPIL sono presenti molte cave per l’estrazione di calcare e marmo, dismesse da diversi anni ma sfruttate sin dall’epoca etrusca. Nell’area sono presenti, nonostante l’aspetto sassoso, numerose entità floristiche e micologiche. È assai diffusa l’euforbia spinosa, che caratterizza con la sua fioritura gialla, in primavera, la vegetazione del luogo. Sul territorio sono presenti anche molte piante aromatiche come l’elicriso, il timo, la santoreggia e la ruta. Le orchidee, con i loro delicati colori, trovano nell’ANPIL l’habitat ottimale, come attestano le oltre 35 specie presenti.
4 L’ANPIL “Valle delle Fonti”
L’Area Protetta occupa una superficie di circa 193 ettari, sulle pendici meridionali del Monte Faeta, alle spalle dell’antico paese di Asciano e si sviluppa lungo i lati del torrente Zambra, alimentato dalle numerose sorgenti che sgorgano dalla valle sopra Asciano. Le acque, purissime, che hanno determinato il nome stesso dell’area, sono la principale ricchezza di questo territorio e vengono apprezzate per la loro leggerezza fin dai tempi più remoti. Esse infatti furono sfruttate per l’approvvigionamento idrico della vicina città di Pisa ed ancora oggi risultano ben visibili le opere di captazione e di abduzione delle acque e la prima parte dell’Acquedotto Mediceo, la cui costruzione fu iniziata dal Cosimo De’ Medici.
L’abbondanza delle acque ha determinato la formazione di un microclima umido e ha favorito la crescita di una vegetazione igrofila. Le formazioni arboree sono costituite da ontano nero, nocciolo, salicone e numerosi esemplari di alloro ed agrifoglio. Nel sottobosco sono presenti la frangola e la sanguinella. Di notevole interesse è la presenza di felce florida (Osmunda regalis), rara nella nostra regione e della periploca greca, unico ritrovamento in area collinare. A quote più elevate sono presenti i castagneti, mentre nelle zone più assolate sono stati recuperati molti oliveti, da cui si ricava un olio di ottima qualità. L’ANPIL è collegata alle vicine ANPIL “Monte Casatellare” e “Valle del Lato” attraverso una rete sentieristica.
5 L’ANPIL “Valle del Lato”
Istituita nel 2000, l’Area Protetta si estende dall’ultima propaggine orientale del Monte Faeta fino al versante occidentale del Monte Serra, includendo buona parte dell’alta Valgraziosa e si distingue per la ricchezza e la particolarità della copertura vegetale.
L’ANPIL è quasi interamente boscata e la copertura vegetale di maggiore rilevanza è rappresentata da boschi di sclerofille, diversificate nelle molteplici associazioni vegetali. All’interno dell’ANPIL si trovano numerosi seccatoi di castagne, noti come “metati”, oramai in stato di abbandono da tempo, testimoni di una passata economia legata alla montagna. Sono inoltre presenti importanti specie di funghi.{mospagebreak}
L’equilibrio biologico dell’eco-sistema è determinato dalla presenza di numerosi sorgenti che rappresentano, insieme alla fauna acquatica, una ricchezza preziosa. Le sorgenti sono abitate dalla salamandra crestata, dal granchio d’acqua dolce e dal gambero di fiume. La fauna è rappresentata da macromammiferi quali l’istrice, il tasso, la volpe e il cinghiale, specie, quest’ultima, non autoctona e tenuta costantemente sotto controllo per impedire danni all’ecosistema, e da micromammiferi come il topo quercino, il moscardino e il pipistrello nano. Queste specie, concorrono in modo rilevante alla conservazione della biodiversità locale, insieme al contingente entomologico non ancora del tutto indagato. La Valle del Lato è anche una significativa zona di sosta per molte specie di uccelli di passo quali il passero solitario, l’ortolano, l’upupa, la tottovilla e la beccaccia.
6 La Riserva Naturale Provinciale “Monte Serra di Sotto”
La Riserva ha recentemente sostituito l’ANPIL “Serra Bassa”, mantenendo la stessa perimetrazione. Con un’estensione di circa 400 Ha è situata sul versante orientale del Monte Pisano, nel Comune di Buti. Per circa la metà è inclusa all’interno del perimetro del SIC (Sito d’Importanza Comunitaria) “Monte Pisano”.
L’ambiente dell’area, grazie alla cospicua presenza di sorgenti e corsi d’acqua, è caratterizzato da un buon grado di conservazione degli elementi faunistici e floristici.
La fauna presenta specie di elevato interesse naturalistico e conservazionistico. La fauna erpetologica è rappresentata dalla salamandra pezzata, e i rettili maggiormente diffusi sono la lucertola muraiola, la natrice del collare, il colubro d’Esculapio ed il biacco. All’avifuana appartengono specie come la tottavilla, il passero solitario e il gheppio, mentre i mammiferi di maggior interesse sono il quercino e il moscardino. La Riserva è abitata anche dall’istrice, dall’arvicola terrestre e dal pipistrello nano.
Il paesaggio vegetale è costituito prevalentemente da pinete di pino marittimo e da boschi di sclerofille sempreverdi e specie caducifoglie di conifere, castagneti e uliveti impiantati dall’Uomo. Tra le piante merita una menzione lo sfagno e la drosera mentre tra quelle più minacciate vi è la rincospora chiara. Infine piante di notevole interesse risultano la listera maggiore e l’orchidea acquatica. La vasta area boscata favorisce la presenza di funghi rari nel territorio regionale.
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